“Posso scrivere solo perché sono mantenuta da mio marito” – Fare rete riduce la precarietà e accresce l’impatto delle industrie culturali e creative
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“Posso scrivere solo perché sono mantenuta da mio marito”
Lo afferma la scrittrice Ann Bauer nel 2015 per spiegare come l’industria culturale sia una realtà complessa e problematica dietro cui si celano condizioni di lavoro precarie e disuguaglianze sistemiche che ne fanno un “settore” lontano da quel contesto equo, inclusivo e sostenibile di cui spesso parliamo sui nostri canali.
Infatti “Lavorare nella cultura” è troppo spesso il privilegio di chi ha risorse personali e tempo da investire e può permettersi di attendere a lungo prima di ricevere i primi guadagni.
Uno dei principali problemi è la diffusa precarietà del lavoro. Molti professionist del settore culturale sono costrett ad accettare contratti a breve termine, paghe basse e scarse tutele.
La precarietà colpisce in modo sproporzionato alcune categorie, come i giovani, le donne e le minoranze in genere.
Per fare un esempio: solo il 28% di coloro che lavorano nel cinema, nei nuovi media e nella fotografia proviene da contesti socioeconomici svantaggiati.
Si tratta di una situazione sistemica che si traduce in una minore diversità e rappresentatività dell’industria culturale, con un impoverimento della ricchezza di prospettive e di esperienze.
💡 Come si può uscire da questa situazione? Per prima cosa bisogna fare rete:
Nel nostro lavoro quotidiano in Apical osserviamo chiaramente come la capacità di creare reti tra persone che lavorano su temi simili o nei medesimi territori sia un fattore chiave nell’industria culturale.
1) Conoscere e incontrare professionalità affini e competenze complementari alle nostre può darci l’opportunità di lavorare a iniziative che sarebbero altrimenti impossibili e incrementa notevolmente le possibilità di successo dei progetti
2) Le reti favoriscono inoltre la nascita di partnership più specializzate in cui ogni persona può sviluppare la parte di progetto su cui meglio riesce a esprimere le proprie capacità lasciando al team le altre attività. Il risultato è che la qualità dei progetti e delle iniziative migliora sensibilmente mentre lo stress da lavoro diventa più sostenibile
3) Le reti sono inoltre un luogo di contaminazione e apprendimento in cui possiamo crescere più velocemente
4) Infine, le reti consentono mediamente di aumentare la dimensione dei progetti e dunque di accrescere proporzionalmente le dotazioni economiche, con un riflesso positivo sulla capacità di pagare equamente il lavoro delle persone coinvolte
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