Prova

Durante le ultime settimane dalle associazioni ambientaliste sono trapelate diverse informazioni riguardanti la possibile modifica del DDL Caccia 157 del 1992 che regola l’attività venatoria in Italia.

La bozza, messa a punto dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, è in fase di pre-discussione, ma potrebbe essere l’inizio di un percorso che può vederla portata in Parlamento.

Con la nuova bozza le modifiche sostanziali prevederebbero:

  1. possibile allungamento del calendario venatorio: oggi si caccia in Italia dalla terza domenica di settembre fino al 31 gennaio, poi inizia la stagione migratoria e la caccia viene sospesa. Eventuali allungamenti della stagione finora erano soggetti a pareri vincolanti dell’Ispra, l’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale. Con le modifiche, l’Ispra verrebbe messa da parte per lasciare più potere decisionale alle Regioni senza nessun controllo del parere scientifico;
  2. richiami vivi: ovvero tutte quelle specie di uccelli che vengono catturate e messe in gabbia per attrarre altri esemplari da cacciare. Nel 2014 l’Italia era stata sanzionata dalla comunità europea e ciò aveva messo a freno questa pratica. Con la modifica si punta a riaprire gli impianti di cattura dei richiami vivi e le specie che potranno essere catturate passano da 7 a 47.
  3. Possibile apertura all’eventuale caccia nelle aree demaniali, che oggi includono anche spiagge, foreste, zone dunali o praterie.
  4. verranno cancellati i limiti alla costruzione di nuovi appostamenti fissi di caccia e verrà riconosciuta la licenza ai cittadini stranieri (senza obbligatoria formazione sulle regole italiane).
  5. Sarà consentita anche la caccia di notte, in aree private e si lascerà maggiore spazio alle Regioni di poter ridurre determinate aree protette.
  6. si parla anche di sanzioni fino a 900 euro per chi protesta contro le uccisioni di animali durante le attività di controllo.

Le associazioni animaliste e ambientaliste parlano di proposta irricevibile e di “passo indietro di 60 anni”, con forti minacce per animali e natura

Le richieste delle associazioni venatorie non hanno nessuna evidenza scientifica e diversi sono i rischi che porterebbero queste modifiche. Pensiamo al problema legato al piombo dei proiettili, elemento fortemente inquinante che mette a rischio i nostri ecosistemi.

Diversi sono anche gli incidenti provocati da queste pratiche: durante la stagione venatoria 2024-2025 gli incidenti sono stati 62, un numero maggiore rispetto ai 54 della stagione precedente, dove le vittime strettamente legate all’attività sono state 14.

Ci auguriamo fortemente che il governo riveda questa proposta e che la Commissione europea non appoggerà questo testo che mette fortemente a rischio gli ecosistemi solo per fini politici senza alcuna base scientifica.

A cura di Lorena Piccinini.

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