Riconnettersi alla Natura: Intervista a Federico Angeloni
Innovazione sociale rigenerazione dei territori solar
Un viaggio tra innovazione, connessioni internazionali e impatto sociale
Federico Angeloni sfrutta le sue competenze per promuovere un cambiamento significativo e lavorare in contesti a impatto sociale, in questa intervista ci racconta del suo percorso, dei suoi progetti e della visione che guida il suo lavoro.
Ciao Federico ci racconti in breve chi sei, di cosa ti occupi, del tuo lavoro e dei tuoi progetti?
Mi occupo di user experience design in contesti e settori che hanno un impatto sociale significativo. Attualmente sto sviluppando un progetto basato sulla biofilia, ovvero sull’esigenza di ristabilire una connessione con la natura. Ho deciso di utilizzare tutte le mie competenze per affermare l’importanza del cambiamento, avvalendomi di strumenti come il design, la fotografia e la mia esperienza nella gestione di community, sia online che offline.
Come mai hai deciso di intraprendere questo percorso? Che cosa ti motiva e ti interessa veramente?
Ho deciso di rendere le mie azioni coerenti con i miei desideri e voglio che queste siano orientate verso il mondo che sogno. Nella pratica, mi sento realizzato nel creare e proporre un cambiamento, sovvertendo ciò che viene percepito come ordinario. Vorrei che il mondo fosse sempre un luogo in cui umani e non umani possano trovare forme di relazione armoniosa e coesistente.
Dove vivi e lavori?
A Roma
Quali sono le criticità più importanti nel tuo territorio? (la regione in cui vivi)
Roma è la città che frequento maggiormente e noto che ci sono molte questioni urbane problematiche. Quelle che più mi colpiscono sono il traffico cittadino e la mancanza di servizi pubblici adeguati, la gentrificazione del centro città, una netta differenziazione tra centro e periferia, e una scarsa valorizzazione degli immensi spazi verdi urbani.
Nel tuo territorio cosa dovrebbe portare l’innovazione sociale per generare un vero cambiamento?
Roma sembra essere uno spazio composto da tante piccole realtà che non comunicano tra loro, con un Comune percepito per lo più come assente e impersonale. Ciò che avverto mancare è un movimento solido e dal basso che si occupi con attenzione dei problemi comuni della strada, che spesso – se non si tratta delle stradine turistiche del centro – assume la forma di ampie vie asfaltate a scorrimento che ricordano uno stato brado e desertico.
Quale contributo porti alla nostra comunità? (Apical/Solar)
Mi occuperei di progettazione, portando con me competenze, esperienza, visione e curiosità, insieme a design, fotografia e narrazione.
Cosa vedi nel futuro dell’innovazione sociale?
Nel futuro dell’innovazione sociale vedo l‘inclusione e la commistione di diverse prospettive, soprattutto nei tempi difficili che stiamo vivendo. È essenziale unire voci e culture diverse per affrontare le sfide attuali, creando un ambiente in cui ognuno possa contribuire e sentirsi rappresentato. Solo così possiamo trovare soluzioni innovative e significative, in grado di rispondere alle esigenze di un mondo in continua evoluzione.
Che consigli daresti a una persona che vuole intraprendere una strada simile alla tua?
Il mio consiglio è di dedicare del tempo all’ascolto del proprio cuore. Seguire le proprie passioni e intuizioni è fondamentale; prenditi il tempo necessario per riflettere su ciò che davvero desideri e lasciati guidare da queste sensazioni. Essere in sintonia con te stesso ti aiuterà a prendere decisioni più autentiche e soddisfacenti.
Questa storia ci insegna come l’impegno personale e professionale possa contribuire a creare connessioni più forti con la natura e a risolvere problematiche urbane. Federico enfatizza il valore della comunità e della collaborazione nel promuovere un ambiente inclusivo e sostenibile, sottolineando che ascoltare le proprie passioni e valori è fondamentale per fare la differenza.
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