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Il percorso di Paola Bernardi si sviluppa all’incrocio tra arte, pratiche corporee e trasformazione sociale. La sua ricerca esplora il rapporto tra corpo, immaginazione e simbolo, trasformando questi linguaggi in strumenti per favorire espressione, consapevolezza e relazione all’interno delle comunità.

Attraverso laboratori, performance e progetti interculturali, Paola crea spazi in cui le persone possono riconnettersi con sé stesse e con gli altri, riscoprendo la propria voce creativa. Dalle arti visive alla grafica, dalle tecniche di stampa alle pratiche somatiche, integra competenze diverse per generare percorsi partecipativi capaci di valorizzare identità e diversità.

Il suo impegno è orientato a portare bellezza e cura nei contesti sociali, promuovendo esperienze che rigenerano legami e rafforzano il senso di comunità. Con sensibilità e visione, contribuisce a costruire un’innovazione sociale più inclusiva, dove creatività e relazione diventano leve per un cambiamento reale e condiviso.

Ciao Paola, ci racconti in breve chi sei, di cosa ti occupi, del tuo lavoro e dei tuoi progetti?

Sono un’artista visiva e performer con competenze grafiche e una formazione olistica certificata AIPO, orientata ai linguaggi somatici e alle pratiche a mediazione artistica. Il mio lavoro nasce dall’incontro tra corpo, immaginazione e simbolo, strumenti che utilizzo per accompagnare percorsi creativi personali e di gruppo, soprattutto in ambiti interculturali e di sviluppo umano. Ideo e guido esperienze laboratoriali in cui movimento, gesto, suono e pratiche artistiche si fondono per favorire l’espressione emotiva e il racconto di sé. Impiego anche la micro-editoria e le tecniche di stampa d’arte come mezzi narrativi. Parallelamente, realizzo performance e installazioni partecipative che indagano temi come identità, empatia e relazioni, integrando la mia esperienza nel design visivo e nello storytelling per una comunicazione chiara e coinvolgente. Sono interessata a collaborare con realtà locali e internazionali impegnate nella cura, nell’educazione, nella resilienza e nei processi di trasformazione sociale attraverso l’arte e la meditazione. Lavoro volentieri con gruppi e comunità, facilitando percorsi di co-creazione simbolica, con apertura verso differenti sensibilità culturali. Attualmente porto avanti un laboratorio di libro d’artista per un’associazione di Milano, dedicato a giovani adolescenti recentemente arrivati in Italia.

Come mai hai deciso di intraprendere questo percorso? Che cosa ti motiva e ti interessa veramente?

Ho sempre sentito una forte motivazione a lavorare con un approccio inclusivo, coinvolgendo gli altri nei processi decisionali e prendendomi cura del loro benessere e della loro crescita. Accompagnare le persone nella scoperta e nella valorizzazione dei propri talenti e della propria creatività, sostenendole nel loro processo di realizzazione, è per me un valore fondamentale. Allo stesso tempo, mi capita di sentirmi isolata e in difficoltà nel far decollare i miei progetti professionali: i miei interessi spaziano in più ambiti e questo rende complesso seguire tutto con continuità. Inoltre, ho compreso quanto sia difficile procedere da sola. Sento che la mia missione è portare nel mondo il valore della bellezza che nutre e cura l’anima, attraverso l’arte, la grafica e le pratiche corporee. Allo stesso tempo, desidero promuovere una maggiore consapevolezza di chi siamo e di chi possiamo diventare, perché credo che il mondo, così com’è, abbia bisogno di nuove visioni e di un cambiamento profondo. In questo percorso, in Apical ho trovato persone competenti e capaci di offrire punti di vista e riflessioni a cui da sola non sarei riuscita ad arrivare, e questo sostegno per me è prezioso.

Quali sono le criticità più importanti nel tuo territorio?

Ho vissuto a lungo a Milano, una città che spesso rende difficile condurre una vita equilibrata e inclusiva. I prezzi, soprattutto quelli degli immobili, sono ormai fuori misura rispetto alle opportunità lavorative e alla qualità della vita. Il mercato del lavoro è altamente competitivo e i salari spesso insufficienti, per cui molte persone di tutte le età e esperienza, si vedono costrette ad accettare condizioni di lavoro precarie, poco rispettose e soddisfacenti. Da poco vivo a Torino, nella zona di Barriera di Milano. Non conosco ancora bene la città ma nella mia zona emergono maggiormente criticità legate alla povertà, tra italiani e soprattuto tra immigrati, e al degrado urbano, con situazioni di insicurezza dovute a spaccio e persone in difficoltà. Finora non ho percepito una reale volontà di affrontare questi problemi. In entrambe le città, l’impressione generale è quella di un progressivo isolamento tra le persone, molta rabbia e esasperazione e di una cultura della competizione più che della collaborazione.

Nel tuo territorio cosa dovrebbe portare l’innovazione sociale per generare un vero cambiamento?

L’innovazione sociale dovrebbe trasformare spazi e comunità in luoghi inclusivi e collaborativi, dove le persone possano partecipare attivamente alle decisioni che le riguardano. Deve ridurre le disuguaglianze, valorizzare talenti e creatività, promuovere relazioni significative e offrire strumenti di benessere e consapevolezza. In questo modo può generare un cambiamento reale, passando da isolamento e competizione a cura reciproca e opportunità condivise.

Quale contributo porti alla nostra comunità? (Apical/Solar)

Ripeto quando già detto prima: Sento che la mia missione è portare nel mondo il valore della bellezza che nutre e cura l’anima, attraverso l’arte, la grafica e le pratiche corporee.

Cosa vedi nel futuro dell’innovazione sociale?

Vedo un approccio sempre più centrato sulle persone e sulle comunità, capace di integrare creatività, tecnologia e pratiche partecipative per affrontare problemi complessi come disuguaglianza, isolamento e degrado sociale.

Che consigli daresti a una persona che vuole intraprendere una strada simile alla tua?

Consiglierei di partire dalla propria crescita personale, prendendosi il tempo di scoprire cosa è davvero importante e significativo per sé. Solo conoscendo e valorizzando il proprio senso profondo e le proprie passioni si può poi offrire agli altri un contributo autentico e significativo.

Paola fa parte del gruppo Solar, il gruppo di attivistɜ che si riunisce online ogni mercoledì per decidere le iniziative e la linea editoriale della nostra community.

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