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In ogni percorso di innovazione sociale ci sono persone che, con il loro sguardo attento e la loro capacità di immaginare alternative possibili, diventano punti di riferimento per le comunità che abitano. Silvia è una di queste. Designer con una solida esperienza nel co-design e nella progettazione partecipativa, porta avanti un lavoro che unisce creatività, ricerca sul campo e attenzione profonda alle dinamiche sociali e politiche. La sua pratica mette al centro le persone e crea spazi in cui il dialogo e la collaborazione diventano strumenti concreti di cambiamento.

In questa intervista, Silvia ci accompagna dentro la sua visione, raccontandoci le sfide dei territori che vive, cosa significa lavorare con e per le comunità e quale contributo vuole portare all’interno del gruppo Solar.

Ciao Silvia, ci racconti in breve chi sei, di cosa ti occupi, del tuo lavoro e dei tuoi progetti?

Sono una designer con formazione in Design Sistemico, specializzata in co-design, service design e progettazione partecipativa per il Terzo Settore e i contesti urbani. Mi occupo di facilitazione, progettazione e comunicazione visiva, sviluppando strumenti e contenuti che favoriscono il coinvolgimento attivo delle comunità e ne potenziano la partecipazione ai processi decisionali. Nei miei progetti unisco ricerca sul campo, ascolto delle persone e visualizzazione delle informazioni e dei dati per promuovere dialogo, collaborazione e percorsi decisionali più inclusivi.

Come mai hai deciso di intraprendere questo percorso? Che cosa ti motiva e ti interessa veramente?

Sento questo percorso profondamente mio perché unisce due dimensioni che mi definiscono: la creatività e la sensibilità verso le dinamiche sociali e politiche. Lavorare con le persone e sui territori mi ha permesso di sperimentare un approccio al design in sintonia con la mia identità, in cui immaginazione, ricerca e azione concreta si incontrano per generare reale cambiamento.

Quali sono le criticità più importanti nel tuo territorio?

Ho vissuto diversi anni a Torino, ma sono originaria di Palermo, il territorio che conosco meglio e a cui sono più legata. Credo che Palermo offra molte possibilità: è un luogo in cui l’inaspettato può ancora accadere, ma non è semplice trovare le condizioni giuste per restare. Tra le principali criticità che ho riscontrato ci sono la precarietà lavorativa, la difficoltà a trovare esperienze adeguatamente retribuite e l’alto costo necessario per conciliare il lavoro sull’isola con progetti o incarichi in altre parti d’Italia.

Nel tuo territorio cosa dovrebbe portare l’innovazione sociale per generare un vero cambiamento?

Nel mio territorio, credo che l’innovazione sociale debba creare opportunità sostenibili e accessibili, capaci di ridurre la precarietà e valorizzare le competenze locali. Dovrebbe rendere più semplici le possibilità di agire sul territorio, coinvolgere maggiormente i giovani offrendo loro opportunità per restare, garantire maggiore riconoscimento e supporto istituzionale ai progetti dal basso e rendere trasparenti le modalità di accesso a risorse e opportunità. Un vero cambiamento significa creare condizioni in cui le comunità possano essere protagoniste, valorizzando il capitale umano e sociale presente sul territorio.

Quale contributo ti piacerebbe portare all’interno del gruppo?

Mi piacerebbe confrontarmi con gli altri, ascoltare le loro esperienze e arricchire il gruppo con il mio punto di vista e la mia visione. Cerco una community solidale, in cui sia possibile scambiare idee, imparare dagli altri e costruire insieme progetti capaci di avere un impatto reale: è questo spirito di collaborazione, ascolto e condivisione che desidero portare nel gruppo.

Cosa vedi nel futuro dell’innovazione sociale?

Nel futuro dell’innovazione sociale mi aspetto una maggiore consapevolezza politica e una crescente capacità di organizzazione da parte di chi lavora nel settore. Credo ci sarà sempre più la necessità di prendere posizione e di influenzare attivamente le politiche e le decisioni che riguardano noi e le nostre comunità.

Che consigli daresti a una persona che vuole intraprendere una strada simile alla tua?

Di crederci e provarci fino a quando sembra possibile.

Silvia fa parte del gruppo Solar, il gruppo di attivistɜ che si riunisce online ogni mercoledì per decidere le iniziative e la linea editoriale della nostra community.

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