Coltivare innovazione, generare fiducia. Intervista a Paolo Costa.
Innovazione sociale rigenerazione dei territori solar
Un percorso che intreccia esperienza, territorio e nuove forme di partecipazione

In un mondo che cambia, c’è chi sceglie di mettere al centro le persone e i territori, creando connessioni tra innovazione e impatto sociale.
Paolo Costa è socio e direttore commerciale di Eager Srl, azienda tech che opera nel settore turistico attraverso sistemi di gestione e prevenzione dell’overtourism, oltre che la raccolta e l’analisi di dati sui flussi turistici, al momento in Sardegna. Dopo anni di impegno nel mondo associativo, oggi concentra la sua attenzione sullo sviluppo delle aree interne e marginalizzate della Sardegna.
Attratto dai processi generativi e trasformativi, Paolo crede che l’innovazione debba partire dal basso, favorendo alfabetizzazione progettuale e digitale, coesione sociale e ricostruzione dei legami fiduciari. Nella nostra community porta la sua capacità di creare relazioni, costruire reti e promuovere una cultura dell’advocacy come strumento di cambiamento reale nei territori.
Ciao Paolo, ci racconti in breve chi sei, di cosa ti occupi, del tuo lavoro e dei tuoi progetti?
Sono socio e direttore commerciale di Eager Srl, azienda tecnologica che opera nel settore turistico attraverso la raccolta – principalmente tramite Heart of Sardinia, l’app di promozione turistica più scaricata sull’isola – e l’analisi dei dati sui flussi turistici. Lavoriamo soprattutto con enti locali e pubbliche amministrazioni.
Parallelamente, ho sempre avuto un forte impegno nel mondo associativo (Libera, Slow Food, Arci, Movimento Federalista Europeo, ecc.) e, in alcuni periodi, anche in ambito politico.
Negli ultimi anni mi sto concentrando soprattutto sullo sviluppo locale e faccio parte di Ru.Ra.Le APS, un’associazione che si occupa di aree interne e marginalizzate in Sardegna.
Come mai hai deciso di intraprendere questo percorso? Che cosa ti motiva e ti interessa veramente?
Mi interessano i progetti che generano un impatto concreto sul territorio e, più in generale, i processi generativi e trasformativi.
Attraverso la mia esperienza in una startup, ho potuto osservare come l’innovazione si declini nel mondo tech e for profit. Oggi mi interessa capire come possa essere tradotta e messa al servizio dell’ambito sociale.
Quali sono le criticità più importanti nel tuo territorio? (la regione in cui vivi)
Solo per citarne alcune, carenze infrastrutturali, insularità, trasporti inefficienti, abbandono scolastico ed emigrazione. A questi si aggiugno aggiungono scarsa coesione e frammentazione sociale, limitata propensione all’imprenditorialità, esodo rurale e una società spesso chiusa e diffidente verso l’innovazione.
Allo stesso tempo, proprio per far fronte a queste criticità strutturali, negli ultimi anni in Sardegna si percepisce un certo fermento: sono tante le iniziative valide che operano in aree rurali e marginalizzate, animate da persone e organizzazioni che vogliono innovare e collaborare.
Con Ru.Ra.Le APS lavoriamo in questa direzione, cercando di stimolare la creazione di reti diffuse sull’isola tra queste realtà.
Nel tuo territorio cosa dovrebbe portare l’innovazione sociale per generare un vero cambiamento?
Alfabetizzazione progettuale e digitale, maggiore coesione tra persone e organizzazioni, riattivazione di energie latenti, ricostruzione di legami fiduciari e comunitari, rigenerazione di capitale sociale.
Quale contributo porti alla nostra comunità? (Apical/Solar)
Mi piace conoscere persone nuove e creare connessioni, sia tra singoli che tra organizzazioni.
Avendo una formazione in Scienze Politiche e grazie al mio lavoro, mi trovo a mio agio nel dialogo con enti e istituzioni. Anche per questo credo molto nel ruolo dell’advocacy come strumento per orientare politiche e pratiche concrete.
Cosa vedi nel futuro dell’innovazione sociale?
Credo che l’innovazione sociale diventerà uno strumento chiave per affrontare le grandi sfide del nostro tempo, dalla crisi climatica a quella demografica, sociale e politica.
Auspico che entri stabilmente nelle politiche pubbliche e nei percorsi di formazione, contribuendo a diffondere una sensibilità nuova, capace di promuovere partecipazione, sostenibilità, coesione e resilienza.
Che consigli daresti a una persona che vuole intraprendere una strada simile alla tua?
Mi piacerebbe trasmettere ciò che ho imparato, anche a partire dagli errori commessi, perché possano essere d’aiuto ad altri.
Credo sia fondamentale valorizzare le competenze relazionali, che saranno sempre più centrali in futuro, non solo per le persone, ma anche per le organizzazioni che vogliono generare cambiamento.
Paolo fa parte del gruppo Solar, il gruppo di attivistɜ che si riunisce online ogni mercoledì per decidere le iniziative e la linea editoriale della nostra community.
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