Giulia Longoni appassionata d’arte e di creatività, questa antropologa ed educatrice museale è impegnata da quasi tre anni in diverse realtà culturali di Milano, dove si occupa della progettazione di attività laboratoriali e della comunicazione del patrimonio artistico. Specializzata nella promozione e valorizzazione della cultura, il suo lavoro mira a rendere l’arte e la storia accessibili e coinvolgenti per il pubblico, creando esperienze uniche che avvicinano le persone al mondo museale in modo interattivo e stimolante.
Ciao Giulia ci racconti in breve chi sei, di cosa ti occupi, del tuo lavoro e dei tuoi progetti?
Appassionata d’arte e del fare creativo, sono un’antropologa e educatrice museale. Da quasi tre anni svolgo questa professione in diverse realtà museali di Milano e sono specializzata nella progettazione culturale e conduzione di attività laboratoriali per la comunicazione e promozione del patrimonio artistico e culturale.
Come mai hai deciso di intraprendere questo percorso? Che cosa ti motiva e ti interessa veramente?
Ho a cuore diversi temi che coinvolgono la contemporaneità, come la sostenibilità ecologica e sociale. Ciò si riversa molto nelle mie scelte quotidiane e anche nelle scelte etiche che porto nel lavoro. Penso che chi lavora nel campo della cultura e del sociale abbia l’occasione di poter portare e progettare un cambiamento, e la responsabilità di doverlo fare in maniera sostenibile.
Dove vivi e lavori?
Vivo e lavoro a Milano, in Lombardia.
Quali sono le criticità più importanti nel tuo territorio? (la regione in cui vivi)
La Lombardia purtroppo soffre troppo il “primato” di Milano e dei grandi divari sociali che esso crea. Avendo vissuto in provincia, il sentimento che mi ha accompagnato fino ad ora è che non ci sia interesse, per le città che circondano il capoluogo e le altre province vicine, di doversi “sforzare” per essere territori vivi (a 360º). Nel mio vissuto ciò si traduce in città in cui si vive una mancanza di offerte culturali e assenza di cittadinanza attiva.
Nel tuo territorio cosa dovrebbe portare l’innovazione sociale per generare un vero cambiamento?
Si dovrebbe iniziare con il coinvolgimento diretto dei cittadini e creare interesse per la cosa pubblica e la propria città.
Quale contributo porti alla nostra comunità? (Apical/Solar)
Potrei portare una visione e una sensibilità vicina ad un approccio antropologico
Cosa vedi nel futuro dell’innovazione sociale?
Una maggiore partecipazione e attivazione di processi dal basso; una forte attenzione al cambiamento e all’innovazione in chiave sostenibile; processi intersettoriali volti alla collaborazione
Che consigli daresti a una persona che vuole intraprendere una strada simile alla tua?
Avere un approccio aperto e avere desiderio di conoscere, informarsi
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