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Lorena è un’esperta di sostenibilità con un approccio innovativo e una visione incentrata su natura, inclusione sociale e consapevolezza ambientale. Attraverso progetti che spaziano dall’educazione ecologica alla giustizia climatica, dal sostegno all’empowerment femminile alla divulgazione sui temi ambientali, combina competenze e passione per promuovere un cambiamento culturale e organizzativo verso un futuro più sostenibile.

Ciao Lorena ci racconti in breve chi sei, di cosa ti occupi, del tuo lavoro e dei tuoi progetti?

Mi occupo di sostenibilità a 360°. Che si tratti di un’associazione o di una società profit, la mia missione è implementare una governance e una cultura che abbiano come obiettivo il rispetto della natura, la responsabilità nell’uso delle risorse, l’inclusione sociale e la consapevolezza dell’impatto delle nostre azioni sulla società e sull’ambiente. Per fare ciò è importante creare uno scarto e un cambiamento di prospettiva volto a promuovere e creare innovazione. I progetti che seguo, nelle diverse associazioni di cui faccio parte, variano dall’educazione ecologica alla giustizia climatica, dall’empowerment femminile fino alla divulgazione di temi ambientali e sociali tramite articoli e social media.

Come mai hai deciso di intraprendere questo percorso? Che cosa ti motiva e ti interessa veramente?

La società e la cultura umana in generale si trovano a un bivio, sia da un punto di vista ambientale che sociale. Il modello economico attuale non è più sostenibile e sta distruggendo risorse e culture. Un cambiamento è necessario ora più che mai e solo unendo le forze e le competenze sarà possibile creare un modello innovativo che sia il più inclusivo ed equo possibile.

Dove vivi e lavori?

Vivo e lavoro in Lombardia

Quali sono le criticità più importanti nel tuo territorio? (la regione in cui vivi)

Vivo nella regione economicamente più “ricca” d’Italia, ma anche la più inquinata e quella che sta perdendo suolo naturale molto velocemente. Il territorio in cui vivo, come in molti altri in Italia, è ricco di biodiversità, cultura e patrimonio intellettuale, che però viene messo in secondo piano per dare spazio alla produzione e alla crescita economica. Milano offre infinite possibilità, ma il suo sovraffollamento ha reso i prezzi delle case e degli affitti insostenibili, e la concorrenza professionale diventa sempre più acuta. Vivo in una zona “rurale”, dove purtroppo le persone tendono a rimanere legate alle tradizioni, che, se da una parte è un bene, dall’altra rischia di lasciare le persone non consapevoli di ciò che accade intorno a loro, senza avere un quadro completo.

Nel tuo territorio cosa dovrebbe portare l’innovazione sociale per generare un vero cambiamento?

L’innovazione sociale parte innanzitutto dall’educazione e dall’empowerment delle persone. La società sta diventando sempre più complessa e spesso non si hanno gli strumenti per capirla e gestirla. Esistono diverse realtà che si occupano di promozione sociale e ambientale, ma spesso le loro azioni mancano di struttura, progettazione o strategia. Dobbiamo dare loro gli strumenti e aiutare queste realtà affinché le azioni abbiano un vero effetto perturbante e creino cambiamenti sostenibili nel tempo.

Quale contributo porti alla nostra comunità? (Apical/Solar)

Progettazione. Parto da una formazione umanistica, ma ho avuto diverse esperienze lavorative in società private. Qui ho imparato ad avere un approccio mirato al raggiungimento di obiettivi e al rispetto delle scadenze. Tuttavia, conosco bene anche il mondo delle associazioni con le sue difficoltà nella gestione delle diverse persone, i progetti che si dilungano nel tempo, le risorse che non ci sono mai, e così via. Proprio per questo ho da poco concluso un corso di formazione sulla progettazione ad impatto sociale con una metodologia innovativa che mira appunto a incanalare queste risorse in maniera efficace, creando allo stesso tempo uno scarto e favorendo la co-progettazione.

Cosa vedi nel futuro dell’innovazione sociale?

Partecipazione attiva, un nuovo modello economico, consapevolezza, inclusività ed equità.

Che consigli daresti a una persona che vuole intraprendere una strada simile alla tua?

Innanzitutto, ci vuole tanto coraggio e determinazione: creare cambiamento vuol dire spesso andare controcorrente. E poi c’è la formazione, che deve essere costante e continua; bisogna sempre essere aggiornati e domandarsi se esista un modo migliore di fare le cose. È inoltre molto importante tenere uno sguardo aperto al mondo, non fossilizzarsi sulle proprie convinzioni, ma essere consapevoli che ogni nostra azione ha un impatto anche ben lontano da ciò che possiamo vedere e percepire direttamente.

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