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Mara è una Project Manager specializzata nel Terzo Settore. Lavora a fianco di Associazioni, enti culturali e organizzazioni non profit per trasformare le idee in progetti strutturati e finanziati. Si occupa di tutto il processo di progettazione fino al coordinamento. Nei paesaggi dell’Umbria vede una grade risorsa e forte potenzialità.  Ogni progetto è per lei è un’occasione per costruire impatto reale, reti virtuose e comunità più attive.

Ciao Mara, ci racconti in breve chi sei, di cosa ti occupi, del tuo lavoro e dei tuoi progetti?

Sono una Project Manager specializzata nel Terzo Settore, mi occupo di accompagnare le Associazioni in tutte le fasi della progettazione: dallo scouting di bandi, allo sviluppo progettuale, fino al coordinamento e monitoraggio dei progetti. Generalmente mi occupo di progetti culturali, sociali e legati allo sviluppo territoriale ed al turismo sostenibile.

Come mai hai deciso di intraprendere questo percorso? Che cosa ti motiva e ti interessa veramente?

Vorrei ampliare la mia rete di collaborazioni sia per poter sviluppare progetti in territori ancora a me sconosciuti, sia per ampliare gli ambiti di progettazione. Credo che questo percorso possa portare nuovi stimoli e nuove sfide, permettendomi di mettermi in gioco e di crescere personalmente e professionalmente.

Dove vivi e lavori?

Nocera Umbra

Quali sono le criticità più importanti nel tuo territorio? (la regione in cui vivi)

L’Umbria è una regione ricchissima di potenzialità legate al territorio, alla cultura, alla spiritualità, all’arte… Manca ancora una mentalità aperta alla progettazione, c’è poca fiducia e credo che questo dipenda dalla poca conoscenza di questo ambito.

Nel tuo territorio cosa dovrebbe portare l’innovazione sociale per generare un vero cambiamento?

Ci si dovrebbe concentrare su: sviluppo sostenibile e valorizzazione del territorio (agricoltura, turismo, gestione delle risorse); inclusione sociale e nuove opportunità di lavoro; partecipazione attiva dei cittadini (campagne di raccolta fondi, incentivare il networking e la co-progettazione); benessere della popolazione (assistenza agli anziani, servizi di prossimità, creazione di comunità intergenerazionali).

Quale contributo porti alla nostra comunità? (Apical/Solar)

Vorrei mettere a disposizione le mie competenze per sviluppare insieme una progettazione efficace, per essere di supporto a realtà che hanno necessità di rispondere ai bisogni della propria comunità di riferimento, per mettere in rete soggetti e territori diversi che insieme potrebbero creare delle iniziative valide, innovative di ispirazione per altri.

Cosa vedi nel futuro dell’innovazione sociale?

Credo che l’innovazione sociale sia uno dei pochi canali validi per affrontare le sfide globali. E’ auspicabile il riconoscimento del suo valore da parte di tutti, cittadini, istituzioni, imprese per poter permettere un cambiamento profondo e consapevole. Vista la situazione odierna, nonostante l’evidenza dell’impellenza di tale cambiamento, credo che la sfida sia ancora più ardua. Ma non per questo dobbiamo smettere di crederci e di impegnarci a coinvolgere più persone possibili in questo percorso.

Che consigli daresti a una persona che vuole intraprendere una strada simile alla tua?

Consiglierei di intraprendere questa strada solo se si crede veramente in quello che fa, solo se si sente davvero l’esigenza di mettere a disposizione le proprie energie e le proprie competenze per dare un contributo valido alla comunità. Si tratta pur sempre di un lavoro e come tale non devono mai essere sminuiti la professionalità e l’impegno che ci si mettono, ma non si deve mai perdere di vista la “missione”. Questo è ciò che da valore aggiunto a questa professione, a mio avviso.

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