Buona 2

Antonio, esperto di progettazione dal 2019, ha dedicato la sua carriera a sostenere micro imprese e il settore del turismo. Negli ultimi due anni, ha ampliato il suo campo d’azione includendo crediti di imposta e progettazione sociale. In questa intervista, Antonio ci racconta della sua carriera, delle sfide che affronta nel suo territorio e delle sue visioni per il futuro dell’innovazione sociale.

Ciao Antonio, ci racconti in breve chi sei, di cosa ti occupi, del tuo lavoro e dei tuoi progetti?

Mi occupo di progettazione dal 2019, con un focus su micro imprese e turismo. Da circa due anni, mi sto dedicando anche ai crediti di imposta e alla progettazione sociale. Per il futuro, mi piacerebbe uscire dalla mia comfort zone con collaborazioni per progetti maggiormente strutturati, magari anche di respiro europeo.

Come mai hai deciso di intraprendere questo percorso? Che cosa ti motiva e ti interessa veramente?

Credo molto nell’impegno per innescare cambiamenti e nel fare rete, anche per contrastare il pesante individualismo della nostra società. Mi piacerebbe in particolar modo occuparmi di inclusione sociale e di temi legati al contrasto alle varie forme di povertà.

Dove vivi e lavori?

Vivo e lavoro a Piano di Sorrento.

Quali sono le criticità più importanti nel tuo territorio?

La penisola sorrentina, dove si trova la mia città, è caratterizzata da fenomeni di over tourism e conseguente diminuzione della popolazione residente. In Regione Campania soffriamo di abbandono da parte dei giovani, povertà, difficoltà di accesso a condizioni di lavoro e salariali dignitose.

Nel tuo territorio cosa dovrebbe portare l’innovazione sociale per generare un vero cambiamento?

Bisogna creare le condizioni per poter continuare a vivere e lavorare in questo territorio. È necessario contrastare l’aumento del costo delle abitazioni. In particolare, nella penisola sorrentina, è importante creare un nuovo senso di comunità che rafforzi una rete di solidarietà, anche informale, tra le persone.

Quale contributo porti alla nostra comunità?

Mi piacerebbe portare la mia esperienza di progettazione per progetti che hanno un impatto sociale su tematiche in cui credo. Inoltre, penso di poter sviluppare la mia passione per progetti di natura sociale, a cui ho collaborato solo su piccola scala.

Cosa vedi nel futuro dell’innovazione sociale?

L’innovazione sociale dovrà rispondere a nuovi bisogni: invecchiamento progressivo della popolazione, spopolamento di molte aree e affollamento di altre, nuove tecnologie legate al cambiamento e/o alla perdita di posti di lavoro. Tutte queste sfide, immagino, potranno essere affrontate con nuovi modelli di organizzazione sociale e cercando di anticipare quello che potrebbe accadere nell’immediato futuro.

Che consigli daresti a una persona che vuole intraprendere una strada simile alla tua?

La progettazione, per quanto esistano corsi di formazione e master molto validi, si impara solo facendola e restando in allenamento. È una strada che può interessare solo chi ha voglia di restare in costante aggiornamento, sia in termini di piattaforme informatiche che di strumenti. Inoltre, non sempre è una scienza esatta, quindi se si vive male l’ansia o la pressione non è la strada che consiglierei. Sono a disposizione per eventuali consigli o confronti con persone che stanno approcciando questo impegno lavorativo.

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