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Giulia Pietrollini consulente europrogettista e appassionata di sviluppo territoriale, questa professionista ha scelto di vivere in un piccolo paese sul Lago del Turano, dove, grazie alla sua esperienza in smart-working, ha potuto avvicinarsi alle sfide quotidiane delle aree interne. Motivata dalla volontà di fare la differenza, si dedica alla valorizzazione del territorio, portando avanti progetti di animazione territoriale che promuovono lo sviluppo locale e rafforzano le comunità, contribuendo così a costruire un futuro più sostenibile e inclusivo per le zone più marginali.

Ciao Giulia ci racconti in breve chi sei, di cosa ti occupi, del tuo lavoro e dei tuoi progetti?

Lavoro come consulente europrogettista, una professione che mi consente di lavorare in smart-working e vivere in un piccolo paese sul Lago del Turano. Da quando mi sono trasferita, ho avuto l’opportunità di conoscere e vivere da vicino le sfide che le aree interne affrontano oggi. Per questo motivo, mi sono dedicata alla valorizzazione del territorio, impegnandomi in progetti di animazione territoriale volti a favorire lo sviluppo locale.

Come mai hai deciso di intraprendere questo percorso? Che cosa ti motiva e ti interessa veramente?

L’obiettivo è scrivere progetti capaci di orientare e sostenere il cambiamento positivo e continuo che desidero vedere nella società. Voglio identificare le criticità dei sistemi attuali e tradurle in soluzioni concrete, attraverso progetti inclusivi che coinvolgano tutt* e di cui tutt* possano beneficiare. Credo fermamente nella co-progettazione e nei processi partecipativi come strumenti chiave per promuovere un cambiamento reale e significativo.

Dove vivi e lavori?

Vivo e lavoro a Valle del Turano, Rieti.

Quali sono le criticità più importanti nel tuo territorio? (la regione in cui vivi)

L’innovazione sociale dovrebbe mirare innanzitutto a ricostruire connessioni, sia fisiche che digitali, tra le comunità locali e il resto del territorio. I servizi essenziali, in particolare per i/le giovani, devono diventare accessibili, e devono essere creati spazi culturali e di partecipazione per stimolare dialogo e inclusione. Inoltre, è importante promuovere nuove opportunità economiche sostenibili, valorizzando le risorse locali e incoraggiando progetti collaborativi. Solo attraverso un’integrazione di queste dimensioni si potrà superare la condizione di “aree interne svantaggiate”.

Nel tuo territorio cosa dovrebbe portare l’innovazione sociale per generare un vero cambiamento?

L’innovazione sociale dovrebbe mirare innanzitutto a ricostruire connessioni, sia fisiche che digitali, tra le comunità locali e il resto del territorio. I servizi essenziali, in particolare per i/le giovani, devono diventare accessibili, e devono essere creati spazi culturali e di partecipazione per stimolare dialogo e inclusione. Inoltre, è importante promuovere nuove opportunità economiche sostenibili, valorizzando le risorse locali e incoraggiando progetti collaborativi. Solo attraverso un’integrazione di queste dimensioni si potrà superare la condizione di “aree interne svantaggiate”.

Quale contributo porti alla nostra comunità? (Apical/Solar)

Rigenerare i territori fragili attraverso la creazione di progetti di comunità.
Usare la cultura come approccio alla creazione di sistemi, prodotti e servizi innovativi.
Creare inclusione sociale attraverso la progettazione di spazi accessibili e la diffusione della cultura dell’accoglienza. Vorrei far parte del gruppo di progettazione. Mi piacerebbe condividere la mia esperienza in europrogettazione e nello sviluppo di strategie per valorizzare i territori locali, con un’attenzione particolare ai processi partecipativi e alla co-progettazione. Credo molto nella collaborazione e nell’ascolto delle esigenze della comunità per creare soluzioni innovative e sostenibili. Sarebbe un’opportunità per arricchirmi anche attraverso le esperienze degli/delle altr* e scoprire nuovi mondi.

Cosa vedi nel futuro dell’innovazione sociale?

Nel futuro dell’innovazione sociale vedo una crescente centralità dei processi collaborativi e partecipativi, in cui le comunità locali non sono solo beneficiari*, ma protagonista attiv* del cambiamento. Inoltre, prevedo un aumento delle iniziative orientate alla giustizia sociale e all’inclusione. Spero che l’innovazione sociale del futuro abbracci un approccio olistico, capace di affrontare le sfide globali ma anche di valorizzare le specificità locali.

Che consigli daresti a una persona che vuole intraprendere una strada simile alla tua?

Il consiglio è di non scoraggiarsi se un territorio appare spento o privo di opportunità a prima vista. Bisogna imparare a vedere oltre le criticità, scoprendo le risorse uniche che possono essere valorizzate. Lasciarsi ispirare dalle storie e dalla diversità delle persone che abitano il territorio è fondamentale, perché spesso proprio da queste differenze nasce l’innovazione. Approcciarsi con passione e curiosità è il primo passo per generare un cambiamento positivo.

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