Le ondate di calore saranno sempre più frequenti
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Il riscaldamento globale è sempre più un rischio per la salute pubblica.

Dal 23 giugno al 2 luglio un’ondata di calore estremo ha colpito l’ Europa che, secondo le stime dello studio pubblicato da World Weather Attribution, Grantham Institute e Imperial College di Londra, avrebbe triplicato i decessi attribuibili ai cambiamenti climatici.
In dieci giorni il caldo estremo ha ucciso 317 persone a Milano, 286 a Barcellona, 235 a Parigi.
L’evento ha avuto caratteristiche straordinarie per intensità, durata e tempistica ma non è da considerarsi un caso isolato. I cambiamenti climatici hanno reso le ondate di calore almeno cinque volte più frequenti.
Lo studio dimostra che ogni frazione di grado di riscaldamento fa un’enorme differenza e come questi cambiamenti, apparentemente piccoli, porteranno a ondate di calore più calde e a un’impennata delle morti per il caldo.
L’impatto è per lo più invisibile, ma silenziosamente devastante.
Durante le ondate di calore le grandi metropoli e i centri urbani diventano veri e propri hotspot di calore a cui dover adattarsi per sopravvivere.
Per questo sono necessarie soluzioni e politiche di adattamento climatico soprattutto nelle città.
Gli alberi possono essere un’ottima soluzione grazie alla loro naturale capacità di raffreddare la temperatura esterna portando inoltre altri benefici:
Tuttavia, circa due terzi dello spazio nelle città sono occupati da strade, parcheggi ed edifici e solo un terzo è riservato agli spazi aperti e pubblici.
L’uso esclusivo delle strade da parte delle macchine è un concetto abbastanza moderno, che risale solo intorno agli anni ’20 – ’30 del secolo scorso. Prima le strade erano luoghi aperti ai pedoni, ma a seguito di una campagna di manipolazione delle industrie automobilistiche hanno iniziato ad essere luogo esclusivo per le auto, attraverso una serie di regolamenti e pratiche di ostracizzazione contro le persone che camminavano sulle strade.
Se nel frattempo le risposte delle diverse amministrazioni restano frammentarie o inadeguate, la storia della città di Curitiba in Brasile è un esempio di come il cambiamento possa arrivare anche dal basso.
Per ridurre il traffico e l‘inquinamento atmosferico, l’allora giovane sindaco Jaime Lerner, decise negli anni ‘70 di progettare la città in modo che le persone non sentissero la necessità di utilizzare le automobili. In una notte fece chiudere la strada più trafficata della città e fece piantare alberi, piazzare aiuole e panchine. Dopo 6 mesi di resistenza contro commercianti e automobilisti le persone alla fine capirono i vantaggi e da allora questa città rimane il simbolo della sostenibilità ambientale e sociale.
Ancora oggi lo sviluppo urbano è progettato in funzione dell’uomo grazie ad un piano regolatore affidato a una schiera di giovani e un dipartimento di controllo che dialogano tra loro e aprono le porte a compagnie private, organizzazioni non governative e associazioni di quartiere.
Questo caso ci insegna come si possa smantellare la struttura top-down in favore dell’idea che le soluzioni nascano dal dialogo, dall’interazione tra cittadinә, e anzi che queste possano essere implementate e portate al successo proprio grazie ad una larga partecipazione pubblica e privata.
A cura di Lorena Piccinini.
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