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Dall’esperienza in ambito legale alla definizione di strategie ESG, Andrea Emanuele affianca aziende e organizzazioni nel difficile ma necessario processo di transizione verso modelli più sostenibili, equi e trasparenti. In questa intervista ci racconta cosa significa oggi occuparsi di sostenibilità a 360°, perché l’innovazione sociale non può prescindere dalla giustizia ambientale e come, attraverso il lavoro quotidiano, si possano generare impatti concreti sulle comunità e sui territori.

Ciao Andrea, ci racconti in breve chi sei, di cosa ti occupi, del tuo lavoro e dei tuoi progetti?

Mi occupo di sostenibilità a 360°. Comincia tutto dallo studio delle principali normative nazionali ed europee, per poi definire sia l’adeguamento normativo che apposite strategie ESG verticali a livello aziendale, che passino per una raccolta dati ESG con KPI idonei a misurare i progressi fatti e per poter essere comunicati negli appositi report di sostenibilità. Mi occupo anche di formazione sulle potenzialità e sull’importanza delle tematiche ESG, sia per i membri del top-management, che per la forza lavoro.

Come mai hai deciso di intraprendere questo percorso? Che cosa ti motiva e ti interessa veramente?

Mi piacerebbe lasciare un’impronta positiva con il mio lavoro e il motivo per cui ho deciso di unirmi ad Apical risiede nel fatto che, dopo anni di lavoro come in-house/consulente, ho deciso di mettermi in gioco con nuovi progetti che mi stimolino e in cui possa contribuire offrendo la mia competenza e la passione che ho per queste tematiche.

Dove vivi e lavori?

Milano.

Quali sono le criticità più importanti nel tuo territorio? (la regione in cui vivi)

Credo che la principale criticità della città di Milano sia l’inquinamento ambientale, dato tuttavia non solo dai veicoli che transitano abitualmente, ma anche dall’area geografica del Nord-Italia in cui, notoriamente, la qualità dell’aria è pessima. Fortunatamente, i mezzi di terra e i veicoli a due ruote come le biciclette o i monopattini, si possono utilizzare con facilità, viste le dimensioni esigue della città e il fatto che è prevalentemente in piano.

Nel tuo territorio cosa dovrebbe portare l’innovazione sociale per generare un vero cambiamento?

Migliorare l’integrazione sociale in tutte quelle aree con residenze popolari. Spesse volte accade che vi sia una sorta di ghettizzazione, il che conduce a fenomeni di micro-criminalità, razzismo e ostracismo verso lo straniero / il diverso.

Quale contributo porti alla nostra comunità? (Apical/Solar)

Spero di poter portare competenze innovative che seguano anche l’evoluzione del mio background formativo (che è un mix tra legale/umanistico ed economico/manageriale).

Cosa vedi nel futuro dell’innovazione sociale?

Un’attenzione verso il rispetto dei diritti umani a 360°.

Che consigli daresti a una persona che vuole intraprendere una strada simile alla tua?

Avere sempre spirito di curiosità e di ricerca. Non “adagiarsi sugli allori”, perché è la prima via per il fallimento e l’autodistruzione.

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