1702462191 Javier Milei Motosega

Idiota”, “Imbecille”, “Debole mentale”. Letta così, potrebbe sembrare una catena di insulti dai peggiori thread di commenti dei social media, ma si tratta in realtà del decreto legge che riforma i criteri di attribuzione delle disabilità in Argentina, da parte del governo Milei.

Analizziamo con più attenzione il contenuto.

Nel contesto del paragrafo denominato “Psiquismo”, relativo quindi alle patologie di origine psicologica, il legislatore intende classificare in base al QI i gradi di disagio mentale.

Si passa dal grado “idiota” per soggetti con QI tra 0 e 30 a “imbecille” tra 30 e 50 a “debole mentale” (débil mental) con varia severità da grave a lieve per i soggetti con QI tra 50 e 90.

Questa classificazione ha sollevato il dissenso di diverse associazioni di categoria in Argentina, che hanno chiesto l’abrogazione del decreto legge, oltre alla condanna della comunità internazionale. Serve tuttavia capire ulteriormente perché questo decreto è così sbagliato e retrogrado.

Una classificazione basata sul solo QI trova degli omologhi tra gli anni ‘30 e ‘50 del secolo scorso – di certo una delle parentesi più inquietanti del ‘900 – , classificazione superata già nella seconda metà del secolo scorso e che ha visto nel Dicembre 2006 un ulteriore passo in avanti con la Convenzione ONU per i Diritti delle persone con disabilità, recepita dall’Unione Europea e dagli Stati membri.

Ad oggi esistono test e classificazioni per la valutazione del disagio psichico che inquadrano la multidimensionalità del fenomeno: DSM-5 e ICD-10 e 11 per la valutazione e classificazione della disabilità intellettiva e dei disturbi mentali invalidanti, riconosciuti a livello internazionale e test psicodiagnostici standardizzati quali il WAIS-IV e il Vineland Adaptive Behavior Scales, per citarne due.

Disconoscere gli approcci scientifici più moderni apre la strada ad una certa arbitrarietà nella valutazione, di cui pare che il Governo Milei ne sia tuttavia ben consapevole.

Tale classificazione squalifica le persone con disabilità e le relega ad una mera funzione assistenziale, disconoscendo le politiche di inclusione, per esempio, dei Paesi più avanzati, ma anche della legge 26.657 “Legge di Salute Mentale” promulgata nel 2010 dal governo presieduto da Cristina Kirchner, che adeguava il Paese agli standard internazionali, limitando gli internamenti in struttura psichiatrica e favorendo ricoveri brevi e politiche di ottenimento dell’autonomia.

Considerate le pericolose affermazioni dei leader sovranisti a livello globale, quanto siamo vicini al 1933 e alla “legge sulla prevenzione della nascita di persone affette da malattie ereditarie” di memoria nazista?

A cura di Fabrizio Blandi

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