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Luisa Pavesi di Cityfriend e Deborah Domaschio di “Tuvaichepuoi” parlano di accessibilità e di servizi accessibili in ambito turistico. Insieme collaborano già da da tanto tempo per cercare di innescare un cambiamento nel settore turistico dell’ospitalità dell’accoglienza perché il turismo è uno degli elementi fondamentali per migliorare la qualità della vita e per migliorare il benessere della persona. 

Insieme parlano di accessibilità da un punto di vista più tecnico e specifico, perchè ci sono stati nello scorso anno un po’ di normative dal Ministero del Turismo stesso. Nello specifico la normativa si chiama Uni PDR 131, si riferisce non solo alle strutture ricettive, ma anche gli stabilimenti balneari e termali.

Debora si presenta, è la fondatrice di “Tuvaichepuoi”, è un servizio di accessibilità e inclusione e che lavora a 360° grazie a dei clinici. Trattano i pazienti per riabilitare i loro corpi ma soprattutto i loro sogni. Lavorano proprio in questo modo, prendendo la persona in cura a 360° dal corpo quindi metterlo in sesto. Se capita un incidente piuttosto che una qualsiasi difficoltà che ti genera una disabilità una delle prime cose che le persone desiderano ritornare a fare oltre allo sport è proprio anche l’esperienza turistica e culturale cioè poter dedicarsi del tempo e se è fatto nella struttura giusta e nel modo corretto è quindi sicuramente è una delle cose che le persone amano di più. 

Quando parliamo di accessibilità parliamo di caratteristiche dei luoghi fisici o dei prodotti turistici quindi delle caratteristiche degli spazi che permettono alle persone con disabilità o a persone con bisogni specifici. Ovviamente ci sono diverse norme di legge che regolano nei diversi ambiti l’accessibilità.

Quando si parla di accessibilità molto spesso si parla anche di inclusione e quindi è interessante andare a vedere che differenza c’è fra questi due concetti perché in realtà sono due concetti assolutamente diversi e che devono essere entrambi considerati quando si parla di di ospitalità perché con inclusione si intende in realtà tutti quegli spazi, quei servizi dove le persone interagiscono sia con le persone con disabilità che senza. Interagiscono e fruiscono nello stesso modo delle esperienze delle proposte senza le barriere ma soprattutto con la possibilità di utilizzare quegli ausili e quel supporto specifico che permette di vivere la stessa esperienza cioè di vivere l’esperienza appieno per tutti.

Per esempio, dal punto di vista dell’utenza stiamo invecchiando quindi non è necessario tirar fuori i dati del turismo aggiornati, è evidente a tutti che la popolazione invecchia e quindi le persone che saranno più disposte e disponibili a viaggiare sono sicuramente gli over 65 e quindi è giusto andare a rendersi il più possibile fruibili da tutti. 

Quindi è già un po’ di anni che si è mosso anche la parte diciamo un po’ più istituzionale del Turismo per arrivare alla pubblicazione lo scorso anno della Uni PDR 131 che è una prassi di riferimento. Quindi vuol dire che non è una normativa che va assolutamente applicata. 

Sono delle indicazioni che aiutano gli operatori a capire a che livello di accessibilità sono e ovviamente nel caso di verifica c’è proprio una checklist, quindi la prassi è molto dettagliata. 

La Uni PDR 131 non si occupa solo di strutture ma anche di località turistiche e quindi tutto il percorso per raggiungere una struttura piuttosto che tutto il percorso da fare per fare un’esperienza turistica, come può essere un tour in città.