Vette e Baite & Jonio Wild: Due Creators di Esperienze Trasformative si raccontano - PARTE 1
Vette e Baite & Jonio Wild, due creators che hanno partecipato alla terza edizione del Pilot Program, si sono intervistati durante uno degli appuntamenti del Pilots in Talk. Paolo, Riccardo, Cataldo e Nunzio si sono incontrati in diretta nella Community FB di Apical per confrontarsi e parlare dei loro progetti. In questa prima parte dell’intervista i ragazzi parlano della nascita dei loro progetti, di valori in comune, di sfide e difficoltà.

Vuoi sapere quali sono le domande, le perplessità e le soluzioni adottate da Creators che come te offrono Esperienze Trasformative?
Leggi la prima parte dell’intervista!
P.s. Continua a seguirci per ascoltare le esperienze di Vette e Baite & Jonio Wild a proposito di sicurezza e assicurazioni, riferimenti normativi e corsi di formazione, prospettive future e collaborazioni.
Cos’è Jonio Wild?
Nunzio: Noi siamo un collettivo. Mi piace questa definizione che date anche voi. La nostra realtà ha avuto inizio 10 anni fa con la nascita di un’associazione locale in cui facevamo iniziative politiche. Ci siamo sempre interessati ai problemi del territorio. Ad un certo punto, succede uno sparti acque; ci siamo ritrovati a combattere contro la nascita di una discarica. Da questa esperienza in poi abbiamo cercato di far risaltare le peculiarità del territorio e il fatto che si potesse immaginare un futuro diverso. […] Da lì, inizia da una parte la battaglia e dall’altra, iniziamo ad appassionarci ad un mondo che fino a quel momento era stato relegato soltanto a ricordi di quando da bambini andavamo per le campagne. Ci siamo talemente appassionati, incorciando percorsi di storia, cultura, ambiente, trekking e canyoning, che abbiamo detto “forse questo può essere davvero il futuro, non solo per il territorio ma anche per noi. Per creare una base“.
Il messaggio che volevamo dare, almeno tra di noi, è che si può rimanere in questa terra, la Calabria, con tutti i suoi pro e contro.
Riccardo: É una figata come progetto! Io ho avuto la fortuna di girare tanto l’Italia e buona parte del mondo, ma quello che c’è al sud ha un valore inestimabile e va valorizzato. Secondo me, i tempi sono maturi per far sì che ci sia questa nuova tendenza. Prima prevaleva un discorso rilegato alla rivoluzione industriale e quindi al bisogno di andare verso le aziende, le grandi frabbriche. Adesso, il lavoro è cambiato, si parla di lavoro smart, di nomadi digitali ed è giusto che chi può raccontare il territorio lo faccia.
[…] Noi abbiamo empatizzato con Jonio Wild sia perchè siamo tutti di origini un po’ mescolate […] che per questa cosa di rimanere nella terra e valorizzarla. Per anni abbiamo remato verso un’altra direzione: più progressista in termini industriali, adesso (anche il Covid ha dato una bella mano) c’è un grande interesse per l’ambientale e l’esperienza. Sta cambiando la tendenza, c’è bisogno di esperienze outdoor e benvengano le esperienze territoriali. C’è un nuovo modo di far turismo che può creare tante collaborazioni.
Che cos’è Vette e Baite?
Paolo: Siamo dei viandanti per i boschi che fanno del buon caffè in vetta! […] Siamo un collettivo di guide ambientali escursionistiche e preparatori atletici; il nostro obiettivo principale è quello di portare la gente a fruire dell’escursionismo in una maniera consapevole e attrezzata (non alpinistica!) e cerchiamo di portare le persone in montagna e in natura guidandole attraverso esperienze che sembrano normali, ma in verità diamo sempre quel tocco in più di professionalità e soprattutto entusiasmo, vivendo momenti prevalentemente in montagna sull’Appennino, ma non solo. Nell’ultimo anno e mezzo siamo diventati un collettivo più ampio che ha raccolto altre figure. Adesso siamo anche in Toscana e Lombardia. Noi stessi ci spostiamo in altre zone cercando di portare le persone in tutte le stupende località naturalistiche che offre il nostro paese. Questo è quello che proviamo a fare, non sempre ci riesce bene ma stiamo affinando le armi.
Nicola: Qual è, quindi, la proposizione di valore che vi distingue dalle altre guide ambientali escursionistiche?
Riccardo: La visione di Vette e Baite è quella di legare insieme guide ambientali e preparatori atletici. Nel nostro collettivo siamo 9 guide; 5 di noi hanno anche competenze in ambito sportivo. Quindi, la nostra proposta di valore diversa rispetto a quello che offre il mercato è trasmettere alle persone che fare escursionismo il più delle volte è anche fare attività sportiva. Spesso si legge, purtroppo, di incidenti e situazioni poco gradevoli in montagna perché si sottostima ciò che è la montagna. Il mondo outdoor & wild può essere bellissimo da scoprire, ma ci si deve approcciare con il giusto rispetto e la giusta preparazione. Noi cerchiamo di dare gli strumenti a chi partecipa alle nostre iniziative, ma anche a chi non partecipa. Parliamo di competenze per poter approcciare al mondo della montagna in maniera più consapevole: dalla preparazione atletica per fare lunghi cammini a cosa mangiare.
Com’è nato jonio wild?
Cataldo: Noi nasciamo nel 2008. […] Venendo a conoscenza di quello che abbiamo, sia dalla parte del mare che alle nostre spalle, dalla parte della collina, con tutti i nostri giganti della Sila, i nostri piccoli canyon, abbiamo deciso di buttarci in questa avventura e vedere cosa ne esce fuori. Come diceva Nunzio, abbiamo entrambi vissuto da emigrati e siamo poi tornati in Italia. Vorrei essere d’esempio per altri ragazzi che sono stufi di emigrare e di fare sacrifici; gli dico di tornare qui e valorizzare il nostro territorio dalla storia alla cultura, alle tradizioni, alla cucina e tutto il resto; perchè ognuno di noi qui ha un pezzo di terra, ognuno di noi ha una casa.
Nunzio: Apical ci ha insegnato il senso della condivisione delle esperienze e a distinguerci. Grazie ad Apical, in pochi mesi, abbiamo appreso cose che prima neanche pensavamo. Andavamo grezzi a fare le cose. Apical ci ha dato un metodo. C’è tanto lavoro dietro ad una semplice escursione. Il lavoro è più dietro ad un computer, il 60/70%, che nell’escursione in sè.

Per concludere, Riccardo ci parla di ostacoli e sfide in riferimento alla sua esperienza per l’abilitazione professionale di guide: “Ovviamente, come in tutti i settori nuovi e in crescita, c’è tanto odio. C’è tanto arrivismo e un voler mettere i bastoni tra le ruote alle realtà che iniziano. Magari perché lavorano bene e vanno molto più veloci di altri che hanno l’esperienza alle spalle ma meno capacità.”
Seconda parte dell’intervista in arrivo!!