My Langhe and Roero Experience e EcoTips Travel Lab: due Creators di Esperienze Trasformative raccontano alcune sfide
My Langhe and Roero Experience e EcoTips Travel Lab hanno partecipato all’appuntamento “Pilot in talks” della Community FB di Apical. Vuoi sapere quali sono le domande, le perplessità e le soluzioni adottate da Creators che come te offrono Esperienze Trasformative? Scoprile seguendo l’intervista doppia!
Qualche settimana fa due creators che hanno partecipato al Pilot 6 si sono incontrati in diretta nella community FB di Apical per confrontarsi e parlare dei loro progetti, toccando alcuni argomenti molto importanti come le sfide che si stanno trovando ad affrontare durante il percorso di crescita. Queste sfide in alcuni casi risultano differenti, mentre in altri casi sono condivise e comprese da entrambe le parti.

I creators dell’appuntamento Pilots in talk di cui parliamo in questo articolo sono: EcoTips Travel Lab e My Langhe and Roero Experience.
Diletta, Giorgia e Maurizio hanno creato EcoTips Travel Lab, un tour operator in fase di inizio, e si occupano di outgoing per varie destinazioni del mondo e di incoming per quanto riguarda, al momento, la Sicilia orientale, mentre stanno pian piano allargandosi su tutto il resto della Sicilia e sulle isole minori, su cui hanno già diversi progetti.
Francesca di My Langhe and Roero Experience è una destination manager, ha iniziato il suo progetto di tour operator incoming e lavora nell’area di Langhe, Roero e Monferrato. Francesca si occupa di soggiorni legati all’ambito di vino, cibo e outdoor.
Durante l’intervista, Francesca racconta che quest’anno ha deciso di dedicarsi di più all’erogazione delle singole esperienze. Ha, infatti, una lista di esperienze che possono coinvolgere in modo sostenibile e trasformativo e che lasciano auspicabilmente qualcosa al viaggiatore.
Una visione comune
Man mano che si raccontano, i Creators trovano una visione comune su come al giorno d’oggi sia estremamente facile trovare viaggi mainstream con esperienze standard, poco coinvolgenti. Concordano sul fatto che a volte può sembrare comodo restare fermi sulla classica esperienza, capace magari di emozionare il viaggiatore e lasciarlo soddisfatto della destinazione. Allo stesso tempo però in questi scenari manca quel qualcosa in più, dato da esperienze autentiche e coinvolgenti che mettano in contatto il viaggiatore con la comunità del luogo, la quale porta avanti tradizioni antiche e che può mostrare e far vivere maggiormente l’identità del territorio piuttosto che semplicemente ospitare la visita. La presenza di una comunità locale che offre esperienze ed opportunità ai turisti può rendere un soggiorno davvero speciale.
Entrambi i creators vanno alla ricerca di piccoli dettagli per esperienze che non siano mainstream e sostengono che si debba andare a cercare attività davvero autentiche che possano differenziare il prodotto da un’offerta di turismo di massa e obsoleto.
Quali superpoteri bisogna avere per trovare quelle piccole realtà del proprio territorio che rendono un’esperienza autentica e sostenibile?
A questo punto, Francesca chiede quali siano i superpoteri necessari per trovare questo tipo di realtà, traducibili in esperienze innovative, autentiche e sostenibili. Questa domanda le sorge spontanea dal momento che, all’interno della piccola area in cui lavora, fa fatica a scovare questo tipo di realtà.
Diletta risponde che anche per loro non è facile. In EcoTips hanno iniziato dalla loro area, quella ionico-etnea, una zona strategica dov’è c’è tanto da fare e da vedere. In questa area un turista tendenzialmente dedica solo due giorni a queste zone, ma c’è molto di più. La cosa più importante, ci spiega Diletta, è avere una rete, conoscere persone che abbiano la stessa vision. Per esempio, partecipare alle fiere è un ottimo modo per incontrare persone e, per il suo team, molti spunti sono venuti semplicemente parlando del progetto a persone che magari non sono neanche del settore come artigiani, agricoltori, ecc.
In alcuni casi questo è stato uno spunto per iniziare collaborazioni attraverso cui offrire esperienze che non per forza nascono dal comparto turistico.
Come mai a volte risulta difficile stringere collaborazioni?
Francesca invece, racconta che in alcune occasioni non è iniziata una collaborazione perché le piccole realtà non si fidano di stringere partnership: in certi casi sa come funziona una determinata attività e vorrebbe svilupparla in un certo modo per renderla più autentica ed unica possibile, ma spesso ci sono dei freni dall’altra parte. Proprio per questo motivo preferisce che le idee arrivino direttamente dai produttori. Inoltre, molte agenzie rimangono sul mainstream perché hanno paura che le piccole realtà non abbiano le competenze o la qualità per affrontare l’accoglienza. Questo avviene anche perchè fanno fatica ad avere una conoscenza del territorio tale da potersi fidare davvero delle realtà. È una sfida che accomuna tutti quei progetti più piccoli e/o che stanno nascendo. In conclusione, la soluzione sarebbe partire dalle piccole realtà lentamente, cercando di conoscersi e fidarsi a vicenda: il punto di forza sta nell’avanzare lentamente ma bene.
Qual è uno degli elementi fondamentali per la crescita dei progetti travel?
Diletta concorda e sostiene che a volte le persone si fossilizzano su un’idea perché in tutti gli anni precedenti ha funzionato e, piuttosto che rischiare un po’, cambiare e affidarsi ai consigli di qualcuno, preferiscono continuare per quella strada.
Prosegue spiegando che in realtà, come hanno potuto vedere anche loro durante il Pilot, la trasformazione continua all’infinito. La trasformazione è infatti un elemento fondamentale per la crescita di un progetto ma anche, per esempio, per mettere le basi e mettere in discussione se stessi e l’idea iniziale. A volte tutto ciò manca nei potenziali partner ma, fortunatamente, allo stesso tempo ci sono tante persone aperte ai cambiamenti e all’impronta sostenibile che si vuole dare ai prodotti e alle esperienze.
Diletta conclude, e pone le basi per un altro argomento, con una domanda retorica (ma neanche troppo!): Cosa può rendere un tour e un soggiorno sostenibile? Innanzitutto la scelta del soggiorno e la scelta delle esperienze.
Sostenibilità delle esperienze e Repeaters
Nel corso dell’intervista doppia si arriva così ad un argomento strettamente collegato. E ne fa un esempio Diletta: i repeaters, cioè quei visitatori di una destinazione che scelgono di tornare dopo un tot di tempo, potrebbero trovare opportunità completamente diverse rispetto alla prima volta che hanno visitato il luogo. Bisogna, quindi, sfatare il mito del turismo dei repeaters rivalutando l’idea di tornare nei posti dove si è stati. Il viaggiatore che torna dove è già stato e magari ha fatto una visita classica, a maggior ragione ha bisogno di andare a trovare quella cosa speciale per cui valga la pena visitare di nuovo un luogo.
Francesca, si collega ad un problema non indifferente, quello dell’overbooking. Ci spiega infatti che ad agosto/ottobre riceve più prenotazioni di quante ne possa sostenere e le piacerebbe poter creare un rapporto con i repeaters nel quale ci si possa fidare e consigliare in modo tale da farli tornare in altri periodi, destagionalizzando l’offerta e proponendo così esperienze di cultura e tradizione del luogo che sono tipiche di altri periodi dell’anno. In questo modo è possibile coinvolgere ancora di più le comunità locali e creare impatto e trasformazione.
Secondo noi l’intervista è molto interessante ed offre ottimi spunti di riflessione.
Puoi seguirla interamente guardando la registrazione della diretta in Community!